venerdì 27 luglio 2018

L'esame delle urine

ESAME DELLE URINE L’esame delle urine permette il rilevamento dei principali caratteri fisici e chimici (quantità, colore, aspetto, densità), le ricerche chimiche qualitative e quantitative (proteine, glucosio, emoglobina, corpi chetonoci, urobilinogeno, pigmenti biliari) e l’esame del sedimento. È l’esame fondamentale della diagnostica nefrologica. Le norme generali per la raccolta delle urine sono: Raccogliere le prime urine del mattino (più concentrate) Usare recipienti sterili per la raccolta del campione Pulizia preventiva genitali esterni. Scartare i primi millilitri di urina Evitare esame urine durante il ciclo mestruale Segnalare gestazione, allattamento Segnalare diete particolari e farmaci L’esame completo comprende: Esame fisico Esame chimico Esame del sedimento L’esame fisico consiste nella valutazione macroscopica del campione. In particolare si valuta il colore che di norma dovrebbe essere giallo paglierino; le variazioni di colore sono indice della presenza di determinate sostanze nelle urine (ad es. un colore rosso può indicare la presenza di sangue o emoglobina, il giallo-verdastro indica la presenza di bilirubina, il nero di metaemoglobina ecc.). L’aspetto deve essere limpido e normalmente l’opalescenza e la torbidità possono essere dovute alla presenza di cellule epiteliali, batteri, cristalli ecc. Anche l’odore laddove particolare può indicare la presenza ad es. di batteri (odore di ammoniaca). L’esame chimico viene tipicamente effettuato immergendo uno stick nelle urine per qualche istante ed osservando la colorazione di ciascun quadratino reattivo. Per una più precisa lettura si preferisce usare un lettore automatico di stick urinari. Prima di inserire lo stick nella provetta contenente l’urina, l’operatore provvede a prelevarne un campione per eseguire l’urinocoltura se richiesta. Permette di valutare: Il glucosio solitamente assente e che è presente nelle urine (glicosuria) quando nel sangue (glicemia) il valore supera i 180mg/dL e è indice di iperglicemia, diabete mellito o insufficiente riassorbimento renale dovuto a disturbi tubulari. La bilirubina che qualora presente potrebbe indicare problemi di carattere epatico, ittero ostruttivo o anemia emolitica. I chetoni sono composti chimici che derivano dalla degradazione degli acidi grassi. Normalmente non presenti nelle urine. Aumentano quando l’organismo non potendo utilizzare gli zuccheri, ricorre all’ossidazione dei grassi per ottenere energia. Si formano o per chetosi diabetica o per qualche altra forma di carenza nutrizionale. Il peso specifico (1000-1030) indica la capacità del rene di concentrare o diluire le urine; dipende dalla quantità di sostanze in esse disciolte e tra queste, il contributo principale è fornito da urea, azoto, cloruro di sodio e vari minerali, oltre a sostanze "anomale" come glucosio e proteine. Quest’ultimo aumenta (urine ipertoniche) in caso di disidratazione, glicosuria o insufficienza renale cronica, diminuisce (urine ipotoniche) in caso di diabete insipido o assunzione di diuretici. Il pH (normale 5.5 – 6.5), variazioni del pH possono dipendere da farmaci, infezioni, alimenti. L’urina concentrata del mattino è generalmente acida, l’urina dei bambini è frequentemente alcalina. I batteri che metabolizzano l’urea in ammoniaca possono anche portare ad un aumento del pH nelle urine. In condizioni patologiche: urine nettamente acide (fino a Ph < 5.0), dovuto a calcolosi delle vie urinarie, acidosi diabetica; urine alcaline, per assunzione di farmaci a base di bicarbonato di sodio o citrato di potassio. Le proteine non sono normalmente presenti. Una proteinuria minima (0,5 g/L) può indicare glomerulonefrite cronica, rene policistico, malattie tubulari, calcolosi renale. Una proteinuria moderata (0.5-4 g/L) può indicare glomerulonefrite acuta, sindrome nefrosica, nefrosclerosi, mieloma multiplo, nefropatia diabetica. Una proteinuria grave (> 4 g /L) può indicare sindrome nefrosica e glomerulonefrite acuta. L’urobilinogeno se presente può essere associato a problemi epatici o ad anemie emolitiche I nitriti sono molecole chimiche prodotte dalla maggior parte dei germi capaci di infettare le vie urinarie. Poiché il corpo umano non ne produce, la positività ai nitriti è sempre indice di infezione batterica. L’esterasi leucocitaria è collegata alla presenza di leucociti, ossia di uno stato infiammatorio, che andrà comunque confermato nella successiva fase microscopica. L’ emoglobina, che può anche provenire da emazie emolizzate. L’ESAME MICROSCOPICO DEL SEDIMENTO si effettua per identificare la presenza di elementi significativi, quali globuli rossi, globuli bianchi, batteri, cellule epiteliali, cristalli, cilindri e muco. Dopo aver valutato l’esame delle urine dal punto di vista chimico-fisico, si procede alla centrifugazione delle urine per concentrare cellule, batteri cristalli ed altre forme. Successivamente alla centrifugazione viene eliminato il surnatante, ossia la parte liquida e recuperato il sedimento. Quest’ultimo viene risospeso, posto su un vetrino e letto al microscopio a piccolo ingrandimento 100 x per conteggio di filamenti di muco, grossi cristalli, cilindri e a forte ingrandimento 400 x per valutazione quantitativa e conteggio di emazie, miceti, leucociti, batteri, cellule epiteliali, che può essere espresso numericamente o attraverso scale nominali. Esistono diversi tipi di vetrini, alcuni costituiti da una semplice lastrina di vetro trasparente, alcuni con camere di lettura che facilitano il conteggio delle forme visualizzate al microscopio. Tra le cellule si possono osservare cellule epiteliali (ossia che costituiscono il rivestimento delle vie urinarie), i leucociti (globuli bianchi), le emazie (globuli rossi). Un campione normale di urine presenta alcune cellule epiteliali e rari leucociti. Le cellule epiteliali possono essere: squamose di origine uretrale o vaginale e la loro presenza è di scarso significato; dell’epitelio di transizione, che originano da pelvi renale, uretere, vescica e uretra; dell’epitelio tubulare renale e la loro presenza suggerisce un danno tubulare dovuto a necrosi tubulare, rigetto di trapianto o pielonefrite. La presenza di leucociti (leucocituria) suggerisce processi infiammatori del tratto urinario o infezioni genitali, ma possono anche trovarsi in condizioni non infettive quali disidratazione, stress, febbre, glomerulonefriti. Presentano un volume maggiore rispetto a quello delle emazie e sono rivestiti da una sola membrana citoplasmatica. Le emazie presentano normalmente forma rotondeggiante, un volume più piccolo dei leucociti, hanno un doppio contorno e aspetto birifrangente. Se presenti (ematuria) in grossa quantità sono indice di infezioni o infiammazioni, traumi, tumori, calcoli renali, danno glomerulare, contaminazione di origine mestruale. Nell’esame di urine completo, la presenza di altre forme cellulare deve essere sempre valutata dal medico. Qualora si sospettino disordini cellulari, il medico curante può richiedere un test approfondito delle urine che prende il nome di esame citologico urinario. Questo, sempre effettuato da un operatore medico o biologo altamente specializzato, grazie a particolari tecniche e colorazioni è in grado di evidenziare forme cellulari (esame morfologico) di natura patologica (esempio tumorali). I cilindri sono elementi caratteristici che nel sedimento appaiono come formazioni piatte, diritte o curve, a bordi rettilinei e paralleli ed estremità irregolari o tronche. I cilindri sono il segno più tipico di una nefropatia. La loro forma non è altro che lo stampo di un tubulo renale nel cui lume si sono accumulati materiali patologici. Formati essenzialmente da proteine e possono avere diversa composizione. In alcuni casi possono contenere delle cellule (esempio cilindri eritrocitari, con inclusioni di emazie), dei batteri o dei grassi e ciò ci da precise informazioni sul contenuto patologico nei tubuli renali. Le urine sono normalmente sterili e l’esame del sedimento permette di valutare anche la presenza di microrganismi come germi, funghi, protozoi o batteri. Un grande numero di batteri e di globuli bianchi è indicativo di infezione del tratto urinario. La presenza di soli batteri, senza leucociti, può indicare una contaminazione del campione. La presenza di microrganismi può essere confermata ed approfondita con appositi esami colturali, come l’urinocoltura. La presenza di Trichomonas vaginalis (protozoo parassita) è facilmente rilevabile in questa fase e non necessita di conferme ulteriori anche se esiste lo specifico test colturale. I reni hanno il compito di filtrare dal sangue numerose sostanze tra cui minerali, metalli e scorie di vario genere. Tali sostanze possono legarsi durante il loro percorso e formare residui e cristalli ben riconoscibili. I cristalli riscontrabili in urine acide sono i cristalli di acido urico, presenti anche nelle urine normali, e i cristalli di ossalato di calcio. I cristalli riscontrabili in urine basiche sono di carbonato di calcio, fosfato di calcio, biurato di ammonio o fosfati amorfi. I cristalli che sono collegati a patologie sono: i cristalli di triplofosfato presenti in infezioni del tratto urinario; i cristalli di cistina presenti in patologie metaboliche congenite; i cristalli di tirosina o leucina patologie degenerative tissutali, incluse le epatiti e le leucemie; cristalli di colesterolo presenti in patologie renali e sindrome nefrosica o in condizioni che portano alla formazione o deposizione di lipidi nel rene; cristalli di bilirubina dovuti a ittero clinico; cristalli di emosiderina dovuti a emolisi severa, anemie emolitiche, reazioni trasfusionali.

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