RICONOSCERE
I TESSUTI
Il
corpo umano è composto da miliardi di unità viventi: le cellule. Ne
esistono di tanti tipi; le cellule che svolgono la stessa funzione si
raggruppano a formare i tessuti. I tessuti si aggregano formando gli
organi (per esempio, cuore, fegato, polmoni). Gli organi che
funzionano insieme costituiscono sistemi ed apparati, controllati
dal cervello. I tessuti che compongono il corpo umano hanno
caratteristiche fisiche e chimiche diverse tra loro. Sulla base della
durata della vita delle cellule loro costituenti, i tessuti possono
essere classificati inoltre in:
- tessuti labili, costituiti da cellule indifferenziate, dalla vita breve (da pochi giorni a qualche settimana), sono caratterizzati dalla capacità di rinnovare continuamente gli elementi cellulari morti; appartengono a tale tipo di tessuti gli epiteli di rivestimento e il sangue.
- tessuti stabili sono costituiti da cellule che, raggiunta la differenziazione al termine dell'accrescimento, cessano di moltiplicarsi, tendendo a conservarsi stabilmente; in caso di lesioni possono riacquistare però la capacità di riprodursi per riparare o sostituire la parte di tessuto morto.
- tessuti perenni sono costituiti da cellule che si differenziano precocemente, durante lo sviluppo embrionale, crescendo poi soltanto di volume, ma non più di numero, incapaci quindi di sostituire gli elementi cellulari distrutti o danneggiati; sono perenni sia il tessuto nervoso sia il tessuto muscolare striato.
TESSUTI
EPITELIALI
L'epitelio
è un tessuto composto da cellule fittamente stipate e a mutuo
contatto. Nella sua forma più semplice, l'epitelio consiste di un
singolo strato continuo di cellule tutte uguali fra loro, che
rivestono una superficie esterna o interna del corpo. Molto spesso,
però gli strati sono più di uno e le cellule possono essere di due
o più tipi cellulari. I diversi tipi di tessuto epiteliale si
differenziano notevolmente l'uno
dall'altro
per aspetto e funzioni. Il tessuto epiteliale è costituito da
cellule con diverse forme geometriche, disposte a stretto contatto
tra loro, in quanto hanno come principale funzione quella di
protezione. Non sono direttamente vascolarizzati e poggiano su una
membrana basale che li separa dal tessuto connettivo.
Ci
sono vari tipi di epiteli di rivestimento: epitelio semplice,
se le cellule sono disposte in un unico strato; epitelio composto,
se le cellule sono disposte su due o più strati; epitelio
pseudostratificato, se
le cellule sono disposte in un unico strato ma con altezze e
disposizione variabile.
EPITELI
SEMPLICI:
- epitelio pavimentoso semplice
È
formato da cellule pavimentose e ha la funzione di regolare la
filtrazione e la diffusione, più che la funzione protettiva perché
non è adatto a resistere ai traumi. Esempi: rivestimento degli
alveoli polmonari per facilitare gli scambi gassosi tra sangue e aria
e delimita il lume di tutti i vasi sanguigni e linfatici.
- epitelio cubico semplice
-
È
formato da cellule di aspetto cubico disposte su un unico strato.
-
Esempi: superficie dell’ovaio, dotti escretori di alcune ghiandole, tiroide.
- epitelio cilindrico semplice
È formato da cellule di aspetto cilindrico disposte su un unico strato, la cui morfologia varia in base alle funzioni che devono svolgere. Esempi: mucosa intestinale con cellule assorbenti (villi e microvilli) e secernenti (cellule caliciformi e mucipare).
- epitelio cilindrico semplice pseudostratificato
-
Può essere considerato una varietà dell’epitelio cilindrico semplice: le cellule hanno forma prismatica e sono disposte su un unico strato, tutte le cellule si trovano poggiate sulla membrana basale, ma non tutte raggiungono la superficie libera. Esempi: vie respiratorie, come cavità nasali, laringe, trachea e bronchi, dotti escretori di alcune ghiandole.
Negli epiteli semplici in sezione longitudinale si vede uno strato in cui le cellule sono molto adese tra loro, lasciando poco spazio alla matrice intercellulare, non vi è presenza di vasi sanguigni e soprattutto sono aderenti con la membrana basale al tessuto connettivo. Se le cellule sono piatte e spesse al centro, è un tessuto pavimentoso; se le cellule sono quadrangolari o circolari, è un epitelio cubico; se le cellule sono allungate verso il margine libero, è un epitelio cilindrico). Notare soprattutto la presenza di specializzazioni membranarie (ciglia, stereociglia, microvilli) soprattutto per quello cilindrico.Nel tessuto epiteliale pseudostratificato si vedono cellule tondeggianti sulla base, adese alla membrana basale col connettivo, poste ai fianchi di cellule con una base molto larga e apice molto stretto, al di sotto di cellule con apice molto ampio e base molto stretta (sembrano cilindriche schiacciate) con interposizione di cellule caliciformi e presenza molto spesso di ciglia sulla superficie libera.
EPITELI COMPOSTI:- epitelio pavimentoso composto
- NON CHERATINIZZATO
Le differenze morfologiche e metaboliche delle cellule dei vari strati sono dovute alle particolari condizioni di nutrizione dell’epitelio che, essendo privo di vasi sanguigni, è nutrito per diffusione dai capillari presenti nel connettivo sottostante; gli strati superficiali tendono ad appiattirsi e a ridurre la loro capacità proliferativa. Esempi: mucose della bocca, dell’esofago e della vagina.- CHERATINIZZATO (epidermide)
- Strato germinativo o basale, poggiato sulla membrana basale, è dotato di intensa attività proliferativa.
- Strato spinoso, costituito da 4-8 strati di cellule di cellule poliedriche che si appiattiscono verso la superficie, molte di queste presentano estroflessioni del citoplasma che si affrontano e che sembrano “spine”. Contengono due tipi di granuli: i melanosomi e i cheratinosomi, mentre le cellule più superficiali esprimono proteine come l’involucrina e la loricrina, quest’ultima altamente insolubile, capace di formare una barriera.
- Strato granuloso, formato da 2-6 strati di cellule, in cui il citoplasma contiene grossi granuli di cheratoialina.
- Strato lucido, presente solo sul palmo della mano e sulla pianta del piede è sottile ed appare come un’esile linea chiara e rifrangente.
- Strato corneo, formato da molte file di cellule appiattite, prive di nucleo e ripiene di filamenti di cheratina.
- epitelio di transizione
Nelle vie urinarie, in particolare nella vescica, si trova un tipo particolare di epitelio che potremmo definire plastico: infatti quando la vescica è vuota le pareti sono formate da un epitelio cubico composto, quando invece è piena, le cellule epiteliali scivolano le une sulle altre, in modo che lo spessore si riduce e la superficie aumenta notevolmente. Presenza di tre strati:- strato basale di nuclei tondeggianti e cellule piccole;
- strato di cellule sottili e clavate/piriformi;
- strato di cellule cupoliformi che coprono fino a due/tre clavate sottostanti;
Il numero di strati e la morfologia dell’ultimo di essi varia a seconda dello stato funzionale. Ovviamente nel caso di distensione le cellule da cupoliformi (o anche definite ad ombrello) divengono piatte e il numero di strati totali si riduce.
TESSUTI GHIANDOLARIGli epiteli ghiandolari costituiscono le ghiandole, che possiamo suddividere in due grandi gruppi:- ghiandole esocrine: secernono sostanze che, attraverso un dotto escretore, sono riversate all’esterno o in cavità comunicanti con l’esterno.
- ghiandole endocrine: prive di dotto escretore, riversano il loro secreto, ormone, direttamente nel circolo sanguigno
Gli epiteli ghiandolari costituiscono le ghiandole, formazioni specializzate nella sintesi, accumulo e secrezione di materiali generalmente utili all’organismo. Le ghiandole derivano da un epitelio, le cui cellule, in una sua piccola porzione, proliferano verso il tessuto connettivo sottostante dando origine a strutture secernenti che possono o no mantenere rapporto con l’epitelio di origine. Se il collegamento viene mantenuto e diventa un canale (dotto escretore) che si apre alla superficie dell’epitelio stesso, scaricandovi i prodotti di secrezione, si parla di ghiandola esocrina. Le ghiandole esocrine (o "a secrezione esterna") vengono così definite in quanto i loro epiteli di origine rivestono sempre la superficie corporea esterna oppure cavità comunicanti con l’esterno, come ad esempio il lume intestinale, per cui le ghiandole che scaricano il secreto in queste cavità interne, ma comunicanti con l'esterno, sono ghiandole esocrine. Se il collegamento si perde e la formazione ghiandolare rimane isolata a distanza dall’epitelio di origine, potrà riversare i suoi secreti solo nell’ambiente connettivale oppure all’interno di capillari sanguigni che si infiltrano tra le cellule secernenti, con cui prendono contatto. Si parla in tal caso di ghiandola endocrina, il cui prodotto di secrezione è sempre definito ormone. È quindi ovvio che le ghiandole endocrine non posseggono il dotto escretore.In sezione longitudinale, le ghiandole esocrine sono riconoscibilissime per la presenza del dotto escretore che collega il margine libero ad un ammasso cellulare interno, che può ricordare un'ampolla (alveolo), un sacco con un lume stretto (acino) o un tubulo. La distinzione che si fa tra acino e alveolo si basa proprio sul lume dell’adenomero nel primo il lume della porzione secernente è virtuale cioè compare solo nell’atto di secrezione mentre nel secondo il lume è sempre osservabile.In sezione trasversale invece potrete vedere delle cellule cubiche che circondano unlume molto ampio circolare, state sicuri che quello è un dotto escretore. Un altro trucco per distinguere il dotto escretore dall’adenomero si basa sulla posizione dei nuclei, se li riuscite a vedere e questi si trovano in posizione centrale sarà un dotto se invece si trovano in posizione periferica sarà un’adenomero.Se invece vedete degli ammassi di cellule, per lo più piramidali, e che descrivono molti gruppi (magari attorno al dotto escretore) allora si tratta di adenomeri. Inoltre se il citoplasma è chiaro si tratta di ghiandole mucose; se è scuro al bordo e chiaro al centro si tratta di ghiandole sierose; se invece il centro è chiaro, ma il bordo presenta dei cornettini scuri allora è una ghiandola mista.Per le ghiandole endocrine invece: se vedete delle pile cellulari, interposte in una matrice intercellulare molto sottile e con presenza di vasi sanguigni, siete in presenza di ghiandole cordonali; se vedete una serie di cavità chiuse da un epitelio cubico semplice, ma con un contenuto rossastro/blu o comunque non bianco, circondate da cellule isolate periferiche, c'è una ghiandola follicolare; se vedete invece una serie di adenomeri, e dei gruppi cellulari di colorazione completamente diversa (chiara di solito) e a circoscrivere delle isole, sono le isole di Langherans (all’interno delle isole si intercalano i vasi sanguigni).
TESSUTO CONNETTIVO
È un particolare tipo di tessuto delle forme viventi superiori. Esso provvede al collegamento, sostegno e nutrimento dei tessuti dei vari organi.È costituito da cellule connettivali di vario tipo (fibrociti o fibroblasti, istociti, plasmacellule, mastcellule, cellule adipose, cellule endoteliali, ecc.) e di una sostanza fondamentale, formata da una parte omogenea detta anista e da una parte differenziata in fibre. Le fibre sono distinte in:- fibre collagene
- fibre reticolari
- fibre elastiche
Tutti i tessuti connettivi derivano dal mesenchima o tessuto connettivo embrionale. Tale tessuto è costituito da cellule di forma irregolare, fornite di prolungamenti e da una sostanza intercellulare amorfa fluida ed all’inizio priva di fibre reticolari e di complessi proteoglicanici e glicoproteici. La sostanza fondamentale è formata da fibre, responsabili della resistenza meccanica e dalla sostanza amorfa, che assomiglia ad un gel mucoso e contiene i liquidi interstiziali. Nelle sostanze amorfe scorrono i vasi sanguigni e linfatici. Dai capillari diffonde nella sostanza amorfa il liquido interstiziale o tessutale che porta le sostanze nutritive, gli ormoni ecc. ai tessuti per poi ritornare nel circolo carico di sostanze di rifiuto. Nel tessuto connettivo sono presenti diversi tipi cellulari. Le cellule più numerose sono i fibroblasti, deputate alla secrezione delle proteine che danno origine alle fibre. Questi tipi di cellule vengono spesso coltivati in vitro in esperimenti sui fattori di crescita. Vi sono poi i macrofagi, cellule coinvolte nei processi di difesa immunitaria. Alcuni di questi si trovano permanentemente nel tessuto connettivo, altri invece vi migrano dal sangue, in occasione di infiammazioni. Nel connettivo possono poi trovarsi i monociti, che migrano dal sangue e hanno una funzione di difesa. I mastociti sono altre cellule capaci di spostarsi all’interno del tessuto; producono eparina, mucopolisaccaride ad azione anticoagulante, e istamina, derivante dall’amminoacido istidina e collegata ai processi di risposta allergica. Nel tessuto connettivo vi sono inoltre linfociti e plasmacellule provenienti dal sangue, e responsabili della produzione di anticorpi. Vi sono diversi tipi di tessuto connettivo:- TESSUTO CONNETTIVO LASSO:dove le fibre sono intrecciate non solamente tra loro. Riempie gli spazi liberi esistenti fra gli organi, connettendoli fra loro; inoltre avvolge i muscoli e i nervi fino in profondità. In sintesi connette gli organi e le strutture parenchimali. Tessuto vascolarizzato, con le fibre collagene doppie che circondano delle maglie nelle quali è riversata un'ampia sostanza bianca (talvolta può essere del colore delle fibre ma molto, molto meno intenso). Inoltre i nuclei sono presenti in prossimità delle fibre, schiacciati ed è molto probabile che vediate associato qualche altro tessuto nelle prossimità, per cui difficilmente vedrete un margine libero. Ci sono numerose varietà di tessuto connettivo lasso (mucoso, elastico, reticolare, adiposo, pigmentato).
- TESSUTO CONNETTIVO DENSO:le fibre sono abbondantissime e sono saldamente attaccate le une alle altre, raccolte in grossi fasci con una notevole resistenza meccanica. In questo tipo di tessuto, le fibre possono essere raccolte in modo disordinato come nel derma, oppure in modo regolare come nei tendini e nei legamenti. la prima cosa da notare è che le fibre collagene sono tutte compatte, lasciando poco spazio alla sostanza gelatinosa (tipica del lasso); i nuclei dei fibrociti sono schiacciati, molto più raramente stellati e sono presenti in piccole quantità. Inoltre il tessuto è molto meno vascolarizzato e potete notare andamenti irregolari delle fibre oppure andamenti regolari:
- Intrecciati
- paralleli (normalmente è quello più compatto, dovendo costituire i tendini e legamenti)
- incrociati (vedete una cosa simile al muscolare liscio: strato longitudinale e uno trasversale)
- capsulare (attorno al tessuto linfoide soprattutto)
- lamellare (capsula di sostegno del corpuscolo del Pacini)
- TESSUTO CONNETTIVO ELASTICO:
- molto facile da riconoscere, perché vedrete le fibre descrivere un andamento sinuoso, immerse nella sostanza amorfa. Sono fibre elastiche non tese, e quindi tendono a ritrarsi.
- TESSUTO CONNETTIVO RETICOLARE:questo tessuto connettivale è riconoscibile solo attraverso la impregnazione metallica; le fibre, molto scure di colore, formano delle fitte reti che si anastomizzano tra loro, sembra una ragnatela.
- TESSUTO ADIPOSO:il tessuto adiposo è di facile riconoscimento. basta vedere che ci sono tantissime cellule immerse in una rete connettivale e che le cellule presentano un anello sottilissimo citoplasmatico scuro, nucleo periferico e un cerchio bianco centrale, le une adese alle altre.
- TESSUTO CARTILAGINEO:In contrasto con il tessuto osseo la cartilagine è flessibile ed elastica. La sostanza fondamentale è di aspetto vitreo e lattescente (condromucoide) che è chimicamente vicina al muco con incluse fibre collagene. Le cellule che secernono la sostanza fondamentale sono incluse in essa isolate o in gruppi. La cartilagine è sempre circondata da pericondio, cresce o per opposizione come l’osso o intestizialmente; nel primo caso le cellule del pericondrio producono la sostanza fondamentale poi si staccano da esso e vengono a trovarsi incluse nella medesima. Nel secondo caso, al contrario, le cellule che sono già incluse nella sostanza fondamentale si dividono a formare isole che contengono solo una cellula. Le funzioni del tessuto cartilagineo sono meccaniche e di sostegno, grazie alla plasticità ed elasticità assorbe i traumi da compressione e facilita lo scorrimento delle superfici articolari.
- La cartilagine ialina è la più diffusa Cercate un citoplasma senza fibre, per cui generalmente monocromato. Le cellule vanno a formare in gruppi di due/tre i nidi o gruppi isogeni; se la matrice non è bianca, ma colorata, vedrete attorno alle cellule una zona più chiara (basofila per la presenza di proteoglicani), che rappresenta la capsula e le zone territoriali esterne. Le zone interterritoriali invece sono più scure (acidofila per la presenza di fibre collagene). Inoltre sul margine non osseo, dovreste vedere una zona connettivale (il pericondrio).
- La cartilagine elastica contiene sia fibre elastiche sia collagene. Molto simile alla cartilagine ialina, ma riuscirete a scorgere all'interno della matrice delle fibre che si concentrano in una zona molto più densa di colore, andando a circondare i condrociti e i gruppi isogeni (più rari che nella ialina). Una colorazione specifica potrà mettere in evidenzia le fibre elastiche e lasciarvi invece vuoti i citoplasmi (i nuclei non si colorano), per cui se non ci sono nuclei non si può trattare di un tessuto adiposo.
- La cartilagine fibrosa è intermedia tra il tessuto connettivo compatto e la cartilagine ialina. Le fibre collagene sono adese le une alle altre, senza tralasciare spazi, inoltre i nuclei sono più globosi ed isolati e molto spesso si continua con il tessuto connettivo denso, del quale è praticamente gemello.
- TESSUTO OSSEO:Forma l’impalcatura interna del corpo, dando attacco a muscoli e tendini, protegge visceri e organi nella cavità cranica e toracica, accoglie gli elementi emopoietici del midollo. Ha una funzione metabolica, quale riserva di calcio; lo ione Ca può esser mobilitato dalle ossa per la regolazione omeostatica della sua concentrazione nel sangue e negli altri liquidi del corpo. È un tipo di tessuto connettivo formato da cellule, fibre e sostanza fondamentale calcificata. In base alle dimensioni ed alla disposizione delle fibre collagene, si distinguono due varietà di tessuto osseo, il fibroso e il lamellare.
- Tessuto Osseo Non Lamellare: questo tipo di tessuto è poco presente nell'organismo, presentandosi con una organizzazione a fibre parallele e una organizzazione intrecciata.
- Tessuto Osseo Lamellare: ce ne sono due varietà, una compatta ed una spugnosa; la versione compatta è facilissima da riconoscere perchè riuscirete a vedere:
- in sezione trasversale:lamelle concentriche che formano un sistema attorno ad un buco centrale, chiamato osteone, lungo il perimetro delle lamelle sono presenti le lacune ellittiche; lamelle interstiziali che collegano un osteone all'altro; lamelle circonferenziali, che descrivano nel loro complesso un intera circonferenza (o un arco se non è preso tutto l'osso nel diametro) attorno alla struttura ossea, separando esternamente la matrice ossea dal periostio (connettivo esterno) con l'interposizione di fibre connettivali che penetrano al suo interno, inoltre separano internamente l'osso compatto dalla cavità midollare.
- In sezione longitudinale:si vedono delle colonne di matrice ossea, con le rispettive lacune, con anastomosi ben visibili, separate da canali ampi e verticali e canali stretti e irregolari.
Per la versione spugnosa invece vedrete degli strati di lamelle, con lacune sottili, che formano delle trabecole, che si anastomizzano formando una gran serie di cavità, una sorta di fitta rete, chiamate cavità midollari.- SANGUE:vedete i globuli rossi, senza nuclei, con una parte centrale bianca e in numero elevato, dentro ad una matrice pura, senza altre strutture filamentose o gelatinose. Se tra le cellule notate macchioline scure, sono le piastrine. Se invece vedete cellule molto, molto grandi, con un nucleo reniforme (a E o C) allora sono monociti. Cellule con un nucleo che occupa tutto il citoplasma, tranne piccole indentature, sono i linfociti. Se la cellula ha invece le granulazioni dovete stare attenti:
- se sono piccole e poco riconoscibili, con un nucleo plurilobato allora sono granulociti neutrofili
- se sono grandi ma meno numerose, con nucleo bilobato, allora sono eosinofili
- se sono piccole allora sono basofili
- TESSUTO LINFOIDE:
lo strato connettivale esterno forma una capsula, dei gruppi cellulari reticolari formano diversi follicoli immersi in uno stroma cellulare a diversa colorazione; infine i follicoli si immettono in uno strato centrale compatto e irregolare che in un determinato punto fuoriesce dal tessuto stesso (la zona di effluenza del linfonodo).
TESSUTI MUSCOLARIIl tessuto muscolare è di tre tipi:
- muscolo scheletrico
I muscoli scheletrici sono anche detti striati a causa della disposizione ordinata in strie di filamenti di actina e di miosina. I muscoli scheletrici si contraggono sotto stimoli volontari.
- muscolo liscio
I muscoli lisci presentano al microscopio un aspetto uniforme poiché mancano dell’organizzazione ordinata dell’actina e della miosina tipica del tessuto muscolare striato. La muscolatura liscia è contenuta nello spessore delle pareti del tubo digerente, dell’utero, della vescica urinaria e dei grossi vasi sanguigni. Essa è in grado di produrre contrazioni lente e durature sotto il controllo involontario.
- muscolo cardiaco
-
Il tessuto muscolare cardiaco si trova solo nel cuore e possiede anch’esso struttura striata. È caratterizzato da attività contrattile spontanea, indipendente dal controllo diretto dell’organismo. Le cellule cardiache sono collegate da giunzioni particolari che consentono agli impulsi elettrici di diffondersi rapidamente attraverso tutto l’organo.In sezione trasversale è facilmente riconoscibile perché le cellule sono immerse in un mare connettivale, presentando un contorno circolare e un citoplasma ricco di punteggiature pressoché uguali.Se il nucleo è uno solo, allora si tratta di un muscolare cardiaco; se ne sono di più di uno per cellula, allora è muscolare scheletrico. Nel caso del muscolo liscio alcuni elementi possono non contenere il nucleo, ma in realtà il nucleo non è visibile perché il piano di sezione non lo ha incluso.In sezione longitudinale, vedrete dei fasci messi uno sopra l'altro; se questi fasci hanno delle striature chiaro/scure e presentano più nuclei periferici, più alcuni nuclei schiacciati negli spazi tra i diversi fasci; allora si tratta di muscolare scheletricose i fasci presentano striature chiaro/scuro, ma presentano un solo nucleo schiacciato e sono divisi tra loro dall'interposizione di sottili linee demarcatrici (dischi intercalari); se i fasci non presentano striature, ma presentano nuclei schiacciati, e una serie di corpi densi (scuri) che non sono evidentemente nuclei, allora è muscolare liscio.
TESSUTO NERVOSO
Neurone è il termine che definisce la cellula costituente il tessutoNervoso; esso è costituito da un corpo cellulare, da un prolungamento(assone) che trasporta gli stimoli nervosi verso la periferia (e che va a costituire le fibre nervose), e da numerose ramificazioni o dendriti che, viceversa, ricevono gli stimoli dalla periferia. Intorno a queste cellule esiste un particolare tessuto di sostegno e una rete di vasi sanguigni. Gli assoni dei nervi periferici sono ricoperti da una guaina mielinica, un involucro protettivo, formato da una lunga catena di cellule di Schwann. Esistono tre tipi di neuroni:- Neuroni sensoriali: partecipano all'acquisizione di stimoli, trasportando le informazioni dagli organi sensoriali al sistema nervoso centrale
- Interneuroni: all'interno del sistema centrale, integrano i dati forniti dai neuroni sensoriali e li trasmettono ai neuroni motori.
- Neuroni motori: trasmettono i messaggi alle cellule effettrici
La nevroglia rappresenta quell’insieme di cellule del tessuto nervoso che occupano tutti gli spazi tra i neuroni e i vasi sanguigni, sia con funzione trofica che di sostegno.Il tessuto nervoso è riconoscibile dal fatto che gli elementi cellulari non sono a mutuo contatto tra loro. I neuroni si colorano soprattutto con coloranti di tipo basico perché in attiva sintesi proteica, questo ci permette di distinguere facilmente il nucleo, che risulta essere molto chiaro per la presenza di eucromatina che come sappiamo è poco compattata, inoltre è sempre osservabile un bel nucleolo al suo centro. Ricordiamo che la cellula nervosa è ricca di prolungamenti che si distinguono in dendriti e assone; i primi si ramificano ripetutamente e nel SNC presentano numerose protrusioni definite spine dendritiche; il secondo è invece particolarmente lungo ma si ramifica distalmente e non intorno al corpo cellulare.I neuroni possono essere distinti in base alla loro morfologia in: multipolari, unipolari, bipolari e pseudo unipolari. I neuroni multipolari: presentano 2 o più dendriti che si ramificano ripetutamente intorno al corpo cellulare. I neuroni unipolari: presentano il solo assone, quindi a ricevere gli impulsi sarà deputato unicamente il corpo cellulare. I neuroni bipolari: presentano un assone e un dendrite che si dipartono da poli opposti del pirenoforo. I neuroni pseudo unipolari: 2 prolungamenti si fondono tra loro per poi dividersi formando una struttura a forma di “T”.
Nessun commento:
Posta un commento
Lo spazio "L'esperto risponde" consente il dialogo tra il paziente e lo specialista, promuovendo anche un servizio di divulgazione scientifica valido ed autorevole che, pur non costituendo un vero e proprio consulto medico, rappresenta una importante fonte informativa. Oltre alla figura dello specialista in, è possibile formulare domande ad una serie di esperti che affiancano il medico relativamente ai nodi critici nella comunicazione della diagnosi e nell'andamento del progetto terapeutico.
Le domande possono essere rivolte all'esperto in forma privata , lasciando il proprio indirizzo email, oppure attraverso l'utilizzo del forum. In quest'ultimo caso verrà garantito l'anonimato ma le domande saranno leggibili da tutti gli utenti.